Teresa Ciabatti, “La più amata”

Romanzo :

E se dopo quattordici anni finalmente il più prestigioso premio letterario italiano, il Premio Strega, lo tornasse a vincere una donna? Quest’anno noi abbiamo due preferiti, Paolo Cognetti con “Le otto montagne” e Teresa Ciabatti con “La più amata”, di Cognetti abbiamo parlato ma di Teresa Ciabatti no perché l’abbiamo conosciuta di recente.

La Ciabatti è una scrittrice molto originale, per niente smielata e piuttosto autoironica, in questo suo ultimo libro affronta di petto la sua storia personale che si intreccia con le vicissitudini del padre, il Professor Lorenzo Ciabatti, “Il Professore” come lo chiama lei con un misto di riverenza e rispetto, primario dell’ospedale di Orbetello in provincia di Grosseto. E’ una figura misteriosa, uomo amato e temuto, di cui la scrittrice è la figlia “più amata”, che ha trascorso le estati della sua infanzia dorata nella villa delle vacanze con annessa enorme piscina all’Argentario.

Il libro è autobiografico e cerca di ricostruire i misteri legati all’esistenza di quel padre che oggi, a ventisette anni dalla sua morte, la Ciabatti descrive come un uomo “calcolatore, vendicativo e amante del potere”. Dal suo essere bambina passa ad essere una ragazza del quartiere bene di Parioli un po’ problematica, non ama stare con gli altri e che si sfoga mangiando e ingrassando sempre più. Fa shopping senza cognizione nei negozi più di moda negli anni Ottanta e Novanta, non trova mai soddisfazione e il paragone con le altre compagne di scuola la mortifica. Adesso è un’adulta con tanto senso autocritico e un’ironia schiacciante che ce la fa amare già leggendo le interviste che ha rilasciato ultimamente.

Solo adesso la scrittrice si sente pronta a raccontare la storia della sua famiglia, con occhio amaro e a volte crudele ma con una scrittura veramente piacevole e profonda, che ci fa pensare che i tempi siano maturi (se vincesse il Premio Strega anche di più) per far sì che entri nel pantheon delle scrittrici italiane più famose e tenute in considerazione. Dita incrociate, ne vale la pena.

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