RIFLESSIONI DA STUDENTI

 Che guerra stiamo combattendo?

Noi studenti siamo a casa da più di un mese, più di un mese in cui non vediamo i nostri amici, non chiacchieriamo con loro.

La tecnologia, prima considerata un male, sta giocando a nostro favore: videochiamate, messaggi, audio vocali ed è come se le distanze si azzerassero. Ma, nonostante tutte queste difficoltà, dobbiamo fare quello che ci viene chiesto. Dobbiamo farlo per cacciare questo “mostro invisibile” che ci sta attaccando senza che ce ne rendiamo conto e che, piano piano, ci sta distruggendo.

Nella prima metà del 1900 veniva chiesto ai cittadini di andare in guerra e alle mogli e ai figli di stare a casa e di nascondersi per ripararsi dalle bombe, e come lo hanno fatto loro, lo possiamo fare anche noi. Ci sono tante cose da fare durante questo periodo: imparare a cucinare o eseguire nuove ricette, prendersi cura di se stessi, portarsi avanti con lo studio, guardare delle serie tv, giocare con i videogiochi. Ecco dov’è la differenza: mentre nelle guerre mondiali bisognava nascondersi dalle bombe e stare in silenzio, noi siamo liberi, possiamo fare quello che vogliamo, quello che ci piace, a patto di stare in casa.

Personalmente è difficile stare a casa e penso che sia così per tutti, ma solo così facendo potremo tornare alla vita quotidiana. Ma questo tempo si può colmare, vi faccio un esempio: ho la passione fin da piccola per la medicina e la chirurgia e, adesso che ho qualche ora libera, la impiego a documentarmi sulle varie università per realizzare il sogno, guardo su internet video di operazioni e inizio a studiare per i test di ammissione.

 E così le giornate scorrono sempre più velocemente, perché impiego il mio tempo facendo qualcosa che mi piace e la fine di tutto questo si avvicina sempre di più. Fatelo anche voi, occupate le vostre ore libere per fare progetti per il futuro, per capire chi siete veramente e per confrontarvi con voi stessi.

Articolo a cura di Irene Freschi, liceo G.M Colombini, Consulta Provinciale degli studenti.

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