IL MURO

HABEMUS IDEA!

Piacenza si sa è una città piena di bellezze da scoprire. Molte di queste però sono sotto i nostri occhi e non sempre vengono valorizzate come dovrebbero. Non si tratta solo di monumenti, o di chiese, ma anche di cose ancora da restaurare o anche da ricostruire; Molti esempi riguardano soprattutto la famosa “archeologia industriale” cioè edifici e costruzioni, un tempo sedi di attività economiche, ora dismessi e in molti casi abitati abusivamente. Si pensi solamente al mercato ortofrutticolo di via Colombo, al complesso accanto ai depositi della dogana, ma anche agli ex edifici di aziende pubbliche e private che ora non ci sono più. Ecco, un bell’esempio è (purtroppo) ancora presente in centro storico, proprio davanti al museo più importante della città, Palazzo Farnese.

Davanti al brutto perché non immaginare qualcosa di bello? Ebbene si, ci siamo buttati e dopo un gran lavoro di coordinamento fra privato e pubblico abbiamo immaginato di far diventare tutta l’area perimetrale “Ex Camuzzi” una tela a cielo aperto per il nostro prossimo progetto: “dante sui muri”.

Questo non sarà solamente un “murales”, ma molto di più. Vorrà essere un lavoro a più mani che metterà insieme l’arte, la cultura e soprattutto il mondo del sociale al quale noi siamo sempre più vicini e che ci rende tanto orgogliosi.

Come si imposta un lavoro del genere? Grazie a giovani volontari architetti e a due artisti pittori che saranno il paralume di un progetto nuovo anche per noi di Diciottotrenta. Sarà una divisione tra la parte di mattoni, lunga 80 metri, e la prima parte lunga più di 20.

Insieme. La distanza coperta da entrambi i lati copre due vie e il viale principale che dall’uscita dell’autostrada Basso Lodigiano (ex Piacenza nord) arriva fino al cuore pulsante della nostra città. Un modo per ricordare il Sommo Poeta in un anno molto particolare, per creare qualcosa di bello dal brutto e lasciare alla città un lavoro che arricchisce, anche se con canoni moderni, il patrimonio culturale grazie alla Street Art.

Un nuovo modo di concepire l’arte, i suoi spazi e soprattutto la rete tra associazioni. Un’occasione unica per poter cominciare seriamente a trovare un punto di incontro tra vari ambiti partendo dalla cultura. Trovando così riscontro alla legge non scritta per cui la si dovrebbe usare per risolvere o quanto meno analizzare problemi veri della città e cercarne soluzioni reali la dove ancora la politica non è arrivata e i cittadini con solo i mezzi privati non sono riusciti.

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